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La ricerca che Moreno Tortora ha svolto attraverso “Ingegno e semplicità: Gli oggetti sonori della tradizione” (edizioni kdope, collana Le pagine di Euterpehttps://amzn.eu/d/0hTvp6ap) porta alla luce gli oggetti sonori in uso nella tradizione popolare, in particolare quelli che scandivano i momenti del gioco, del divertimento e anche delle attività e del culto religioso. Ascoltare i suoni di una raganella o di un fischietto è come affacciarsi ad una finestra aperta sul passato.

Dice Claude Debussy: “Sono esistiti ed esistono tuttora, malgrado i disordini che la civiltà reca, piccoli, deliziosi popoli che appresero la musica con la semplicità con cui si apprende a respirare. Il loro conservatorio è il ritmo eterno del mare, il vento tra le foglie e mille piccoli rumori percepiti con attenzione, senza mai ricorrere a trattati arbitrari. Le loro tradizioni vivono negli antichissimi canti associati alle danze, in cui ciascuno durante i secoli, ha riversato il suo prezioso contributo”.

Moreno Tortora vent’anni fa conobbe al Conservatorio Pollini di Padova Roberto Tombesi, insegnante di organologia (Storia degli Strumenti Popolari): È stato mio relatore alla tesi di laurea in etnomusicologia. La tesi aveva come titolo: ‘Gli oggetti sonori della Primavera’. Con questo titolo limitavo la mia ricerca agli oggetti musicali che venivano nel passato utilizzati in questo periodo dell’anno: erbe, fischietti, cuchi, raganelle (nella settimana santa) ecc. La mia passione da quel momento per l’argomento è via via aumentata e mi ha portato ad una ricerca più ampia che voi avete accolto e ne approfitto per ringraziarvi”, spiega l’autore.

Forse per Tortora lo strumento più buffo “è il Torototela, sono più legato però agli oggetti che avevano oltre ad una funzione musicale anche uno scopo ludico o rituale come raganelle, tracolle ben presenti nel mio territorio. Ho partecipato a numerose manifestazione di carattere popolare ottenendo informazioni su musicisti e costruttori, ho visitato il museo di Domenico Torta un musicista formidabile che ha raccolto una grande quantità di strumenti popolari e oggetti sonori, ho preso contatti con Guido Antoniotti, musicista piemontese, anche lui raccoglitore e inventore di oggetti sonori. Sono spesso in contatto con il già citato Roberto Tombesi col quale collaboro in diversi progetti musicali. Mi sono documentato con i testi che ho citato nel mio libro”.

Come ha già riportato nel volume “Ingegno e semplicità: Gli oggetti sonori della tradizione”, ascoltare i suoni di un fischietto o di una raganella è come affacciarsi a una finestra aperta sul passato “per riviverlo ricavandone gli aspetti positivi, come da esempio vivere una solida vita comunitaria (dove ogni pratica o conoscenza era svolta sotto gli occhi di tutti), esercitare la solidarietà che si esprimeva nel collaborare insieme in tutti i momenti del lavoro, la capacità di inventare attività ludiche in maniera semplice, la capacità di ingegnarsi a costruire qualsiasi cosa utilizzando materiale povero. Gli effetti poi di questo mix di aspetti ha portato all’invenzione di strumenti musicali straordinari”. L’impatto della modernità e la globalizzazione non sono stati positivi per le tradizioni popolari, secondo Tortora. “Pasolini l’aveva a suo tempo pronosticato, vedeva già allora nella modernità come ad una forza omogeneizzante e distruttiva. Egli sosteneva che il progresso tecnologico e il consumismo stavano erodendo le identità culturali e le tradizioni locali. Come non dargli torto”.

Biografia. Nato a Treviso nel 1954, percussionista, laureato in Etnomusicologia al conservatorio Pollini di Padova, Moreno Tortora svolge attività concertistica in varie formazioni di musica antica, jazz e classico contemporanea. Si è occupato in passato di didattica e animazione musicale avendo partecipato a numerosi corsi di aggiornamento tenuti da M.Spaccazzocchi, P.Cerlati, Sebastian Korn, M.Piatti ecc. Nel 2002 organizza un gruppo di giovani musicisti realizzando un repertorio di musica di strada, suonando in varie località e città del Triveneto utilizzando oltre agli strumenti a percussione anche oggetti sonori come: bidoni, barattoli, campanacci, legni ecc. Nel 2008 per conto dell’associazione Eurogems di Treviso partecipa ad un progetto Europeo (con obiettivo: assistenza,inclusione, benessere, comunicazione tra cittadini dei paesi europei) organizzando un gruppo di musicisti ipovedenti per una serie di concerti in Turchia, Bulgaria e Romania. Fonda una scuola di musica a Zero Branco in provincia di Treviso nel 2005 tuttora attiva. Negli ultimi anni i suoi interessi si sono orientati anche verso lo studio delle tradizioni musicali popolari.