Questa è la nazione del possibilismo in un mondo che sta diventando possibilista. Adoro il contenitore ma non il contenuto, come in un somatizzato paradosso. Accade tutto e il contrario di tutto, qui, oggi, fattene una ragione. Non ci sono più eroi e ci sono finti scrivani, pochi menestrelli e tanti polli, troppi miti e numerose cicale; i santi assenteisti dormono nel limbo; ci sono poveracci che danno dei “poverini” ad altri in una catena infinita che sembra perdersi nella bile; ci sono i buonisti (…) ma vedo solo cattivisti e non me ne voglia l’Accademia della Crusca, che ha fatto passare di peggio in passato e “petaloso” di recente.

Confido in un roseo futuro, tra i poeti, ma avendone già viste di tutti i colori, nella scrittura, nell’italiano, la vedo grigia. Blackout. Black list. Presto, accendete la luce nel buio pesto. Vince costantemente l’ipocrisia e te ne lamenti mentre contribuisci a gettare in modo disinvolto benzina sul fuoco, sale sulle ferite, perché sei un ultras, un fazioso, un integralista del metodo; hai strappato il paraocchi a un cavallo zoppo. E poi godi come un riccio a fare quello che ben pensa, quello che snocciola commenti e dispensa consigli riservando attente raccomandazioni, come un maestro senza estro, come il mentore della tuttologia. Ma hai rotto le palle con i tuoi anatemi, con i tuoi inseguimenti, con le tue lezioni, con tutto il tuo sbirciare diventerai cieco. Sei una noia e non sei un eroe, sei una tigre di carta, un soldato di latta e neppure un leone da tastiera.

Illuso dal tuo briciolino di potere e di seguito, non ti sei accorto che tutto è una ruota e che presto vacillerai. Sei inutile alla storia di questo mondo e sai benissimo che mi sto rivolgendo a te, pronto sempre a scodinzolare davanti ai tuoi superiori, garanti del tuo salario che ti rende schiavo. Devi nascondere la tua coda di paglia. Hai una triste vita familiare e ti sei gettato a capofitto nel lavoro ma anche lì è dura. E resti solo, tu, la tua scrivania, il tuo monitor, i tuoi pensieri e i tuoi sogni e la tua superbia. Ma ti tengo d’occhio. Grazie alle amicizie vere si intuisce e si impara a conoscere il polo opposto, l’inimicizia e il male. Siamo a un bivio da anni. Fortunatamente ci stiamo separando, coscienti che non avremmo mai condiviso amore, passione, lealtà morale e onestà intellettuale.

Nel frattempo, viva la musica trance che fortunatamente ha poco seguito in Italia, viva Gianluca Vacchi perché molti gli danno contro, viva il cambiamento e le cose che non piacciono a te. Abbasso ciò che è integralista e conformista, alla detrazione morale, abbasso il tuo vessillo modaiolo che sventoli con rabbia a difesa di qualcosa che è già passato e di una cultura letta su Wikipedia ma mai vissuta in prima persona. È l’approccio che fa la differenza. E io con te, appartenente al più pericoloso stato al mondo, lo Stato Mentale da poveraccio, non ho nulla da spartire.

Il contrario del tuo pensiero è l’amore. Tu sei ricco ma di furia. Perché nonostante si percepisca passione e fervore, in quello che dici, si tratta solo di riottoso conato nei confronti di ciò che va nel mondo e di ciò che non va a te stesso. Quello che luccica, quello che sa di unico, di nuovo e di intraprendente ti rende nervoso, odioso, insopportabile. Bisogna sempre essere d’accordo con te, con le tue sentenze, le tue direzioni, le tue scelte, perlopiù sbagliate, visti i tuoi risultati, il tuo stato d’animo e il tuo stato sociale. Solitamente sei un cliché: sopravvivi e non vivi, fai fatica a tirare a fine mese e ti incazzi col prossimo che la maggior parte delle volte se la passa meglio di te, è felice, è raggiante e benestante. Cerchi solidarietà nei social, quando manifesti il tuo odio nei confronti di qualcuno che se la passa bene e che ti ha superato nella corsa della vita e magari del lavoro, tuttavia la tua vita non cambia.

I like e le pacche sulle spalle aumentano ma resti chiuso nella tua stanzetta a rosicare, allontanandoti sempre più da quello che è il tuo grande sogno. Diciamo che stai sprecando energia nell’ambito più sbagliato invece che investirla in quello che dovrebbe realmente consolidarti. E il tempo passa, invecchi, ti incazzi e contemporaneamente ti fermi mentre il mondo corre in nuove direzioni. Non è un segno di intelligenza, proseguire a parlare male degli altri e bene di se stessi. Ma insisti. Che fare? Per iniziare puoi sempre chiederti che hai da spartire col sottoscritto.