Il mio incondizionato amore per le classifiche mi ha portato, in poco meno di mezzo secolo, a stilarne di assurde. Ad esempio, uno dei miei insuccessi discografici, “Around The Decks (Around The World)” di Princess Vanessa, era basato su una lista della spesa: il primo esempio di classifica che finì in classifica (tra i primi della Pagellina di Radio Deejay). Uno dei piatti forti dell’evento Midance, che in questo sfortunato 2020 diventerà maggiorenne, è una graduatoria: le 100 persone più influenti della musica elettronica italiana.
A proposito di dance, una cosa che mi faceva inizialmente impazzire su Trend Discotec erano le classifiche, di brani, di discoteche, di dj o di etichette, riprese a tratti da free press come Discoid e DiscoMix, che oggi, caro Beatport o cari EarOne, cara FIMI, scansatevi anche. Billboard invece sulle classifiche ci ha costruito le fondamenta. DJ Mag è atteso puntualmente al varco per la sua DJs Top 100. Io poi sono nato col TeleGattone e Superclassifica Show. Mio padre, per svariati anni, mi ha suggerito, come tante altre sue malandate idee, di fare un giornale di sole classifiche: folle (e mi pento di non averlo ascoltato).
Ma l’episodio sconvolgente risale ai primi anni Novanta, quando, sfogliando il mio settimanale preferito, Cuore, scoprii il Giudizio Universale, la madre di tutte le classifiche. La leggevo tutto d’un fiato prima di mettere piede nella redazione milanese di Tuttosport. L’amico Paolo Viganò sbirciava per scoprire se almeno lì l’Inter fosse ai piani alti. Era un freddo dicembre del ‘91 quando Michele Serra, allora direttore del più popolare dei settimanali di satira mai usciti in Italia, vergava alcune righe a commento di un elenco infinito sfuggito di mano poi alla stessa redazione.
Ripartiamo da quei pensieri, da quei principi. Segnalate le ragioni per cui valga la pena vivere. Indicazioni? Uno stralcio della classifica finale del tempo.
1. L’amore
2. Gli amici
3. Il sesso
4. La figa
5. La musica
6. Viaggiare
7. I soldi
8. La libertà
9. ………..
10. ………..